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Il Potere del Suono: Benefici e Segreti del Sound Branding

Hai mai sentito parlare di audio branding? Sapevi che i marchi commerciali di maggiore successo sono in grado di distinguersi anche perché hanno un loro signature sound? In questo articolo andiamo a vedere che cos’è il sound branding e come puoi trarne beneficio.

Partiamo da un presupposto: se esistono situazione quali film e serie TV dove il suono, applicato ad immagini e video è in grado di imprimere memorie, sensazioni e addirittura innescare un cambio di comportamento, perché questa prerogativa dovrebbe essere confinata solamente in quest’ambito?

Questo è esattamente ciò che ci ha scosso ed entusiasmato anni fa, quando abbiamo cominciato a comprendere che per una pura questione di consuetudine, siamo socialmente abituati a credere che un film debba emozionare mentre una pubblicità, un prodotto ed un brand no, in quanto soprattutto funzionale. Questa mentalità, nell’attività imprenditoriale ha funzionato decisamente bene fino agli inizi degli anni 2000, per poi cambiare radicalmente e per sempre con l’avvento di internet. La rapidissima saturazione di messaggi di marca e la quantità industriale di prodotti e servizi ai quali veniamo esposti tutti i giorni come consumatori, hanno di fatto “anestetizzato” i nostri sensi, facendo apparire tutto un po più grigio, insapore e monotono.

Ecco perché, grandi marchi come Apple, Nike, Starbucks solo per citarne alcuni, hanno capito che un brand che comunica solamente ciò che produce, è un brand che nei tempi moderni ha pochissime speranze di sopravvivenza. Una marca di successo, in grado di navigare e sostenersi anche in tempi di crisi, deve essere in grado di rispondere a domande ben più complesse del “a cosa ti può servire comprare il mio prodotto”.

Un grandissimo aiuto, al momento di comunicare sensazioni, concetti e stati d’animo è il suono. Senza entrare in questioni troppo complesse, è importante sapere (ed agire di conseguenza) partendo dalle seguenti informazioni. Per motivi ancora sconosciuti all’essere umano, la scienza comportamentale, la neuroscienza ed i fisici del suono sono arrivati tutti alla stessa conclusione: per l’essere umano, il suono ed in particolar modo la musica, hanno un accesso diretto alla parte del cervello che processa le emozioni, la memoria ed i sentimenti. Questa parte non conosce linguaggio, non conosce razionalità. Per lo stesso motivo per cui, se abbiamo paura, non basta ripetersi “non avere paura”, la parte razionale e quella emotiva del nostro cervello semplicemente non comunicano nella stessa maniera. Per certi versi, non obbediscono quasi neanche alle stesse regole del gioco.

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Ciò che più del 95% dei business (quindi, le persone che lo gestiscono) tendono a fare è concepire l’essere umano come un essere prevalentemente razionale il quale risponde a logiche molto pragmatiche. Beh.. è proprio tutto l’opposto. Siamo essere irrazionali, emotivi ed illogici i quali tendono a razionalizzare ciò che viene determinato a livello emotivo ed incosciente.

Non ci stancheremo mai di parlare di questo aspetto in quanto, fintanto che predomini la convinzione che fare business sia soprattutto un discorso di avere il prodotto migliore, meno costoso e funzionalmente superiore, allora si farà molta fatica a comprendere le nuove frontiere del branding e marketing. Cambiare un comportamento ed una prassi è dispendioso, in termini energetici per il nostro cervello. Ecco perché, nonostante fare business “all’antica” sia sempre più difficile e sotto gli occhi di tutti, preferiamo ripetere le stesse azioni fallaci, invece che cambiare radicalmente il nostro punto di vista. Investire in un suono signature, in un sound logo, in musiche e frequenze che accompagnino la tua comunicazione di marca, ad oggi, risulta ancora molto “futuristico”. Non è ancora prassi, così come 25 anni fa, investire nel design grafico, in un sito internet e nell’estetica della comunicazione risultava superfluo ed uno sfizio inutile. Sarebbe bene non commettere lo stesso errore! Perché la velocità con cui si muove il mondo oggi, a differenza di 30/40 anni fa, non perdonerebbe più un branding ed un marketing di basso livello o inesistente. Quel business, fallirebbe inesorabilmente in pochi anni.

Se abbiamo raggiunto l’obiettivo, arrivati fin qui dovrebbe essere chiaro che, come azienda e brand, non si dovrebbe più prescindere dagli strumenti che consentono di comunicare direttamente con la parte della memoria e delle emozioni, che sono in realtà le due conseguenze alle quali ogni brand aspira: essere ricordato/distinguersi e causare un impatto.

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Come entra in tutto questo il sound branding? In un mondo saturo di immagini e contenuti visivi, il suono emerge come una potente risorsa per differenziare un marchio e creare un legame emotivo duraturo con il pubblico. Il sound branding, ovvero l’uso strategico del suono per rappresentare un brand, rappresenta dunque una delle nuove e potenti frontiere di comunicazione, la quale basa i propri risultati sullo studio scientifico delle emozioni. Ma quali sono i reali benefici e le potenzialità di questa tecnica? Scopriamolo insieme.

COS’È IL SOUND BRANDING

Il sound branding è l’integrazione di elementi sonori, come musiche, jingle, suoni ambientali o persino voci, nella strategia complessiva di un marchio. Pensiamo, ad esempio, al classico “pling” di una notifica di WhatsApp o al “ta-taan” di Netflix: sono suoni che non solo identificano il brand, ma evocano emozioni e ricordi specifici nei consumatori.

BENEFICI DEL SOUND BRANDING

Memorabilità aumentata: Studi dimostrano che i suoni evocativi possono migliorare significativamente la capacità di ricordare un brand. Un jingle ben fatto o una melodia distintiva rimangono impressi nella mente molto più a lungo di un’immagine visiva.
Connessione emotiva: Il suono ha un potere unico di evocare emozioni. Una colonna sonora ben scelta può trasmettere gioia, nostalgia, sicurezza o eccitazione, creando una connessione più profonda con il pubblico. Questo soprattutto lo comprendiamo tutti; ognuno di noi ha una canzone la quale, ogni volta che la ascoltiamo, ci catapulta anni indietro, non solo con i ricordi, ma soprattutto con le emozioni. In un istante, riviviamo la stessa situazione, quasi con la stessa intensità emotiva.
Riconoscibilità immediata: Elementi sonori come jingle o loghi sonori (audio logos) aiutano i consumatori a riconoscere un brand in pochi secondi, anche senza elementi visivi.
Accessibilità universale: Mentre il contenuto visivo richiede attenzione visiva, il suono può raggiungere il pubblico anche in modalità multitasking, ad esempio durante la guida o mentre si fa ginnastica. Questo è uno dei motivi per i quali molti brand stanno investendo in Podcast o radio aziendali.
Differenziazione sul mercato: In un panorama sempre più competitivo, un’identità sonora unica può aiutare un brand a emergere e distinguersi dalla concorrenza. In questi termini, i marchi che investono sul suono sono ancora meno del 50%. Questo garantirebbe al tuo brand un vantaggio competitivo che non può essere ignorato. Ricorda: non sei nel business di costruire un prodotto migliore, ma nel business che il tuo prodotto venga PERCEPITO come migliore.

APPLICAZIONI PRATICHE DEL SUONO NEL MARKETING

Le applicazioni più comunemente diffuse sono le seguenti:
Spot pubblicitari: Musiche e jingle creano atmosfere che rafforzano il messaggio del brand. Ricordi il jingle di McDonald’s? Quella semplice melodia è diventata un simbolo riconoscibile a livello globale.
Sound Logos: hai presente il suono del tuo dispositivo Apple all’accensione o le quattro note squillanti delle pubblicità di Intel? Quest’ultimo soprattutto ha raggiunto l’obiettivo di installare nelle nostre menti il chip (in questo caso calza a pennello) di un’azienda votata all’innovazione, al futuro ed al contempo renderla riconoscibile e memorabile nell’immaginario collettivo. Vi sono molti produttori di processori per computer: senza dubbio, Intel è uno di quelli il cui percepito è ad un livello superiore.
App e dispositivi digitali: Notifiche, suoni di accensione o spegnimento e feedback sonori possono rafforzare l’identità di un marchio e migliorare l’esperienza utente.
Esperienze in-store: La musica ambientale nei negozi non è casuale: studi dimostrano che una scelta sonora strategica può influenzare il tempo di permanenza e il comportamento d’acquisto dei clienti.
Eventi e installazioni: In occasione di fiere o eventi, l’uso di suoni e musiche personalizzate crea un’esperienza immersiva che rende il marchio memorabile. Lo sanno bene coloro che organizzano le sfilate di moda o alcune aziende per le quali abbiamo avuto il piacere di lavorare. La musica composta e riprodotta di sottofondo durante tutto l’evento ha creato un ambiente che ha potenziato drasticamente le sensazioni ed i ricordi dei singoli partecipanti.

IL FUTURO DEL SOUND BRANDING

Con l’aumento dell’uso di assistenti vocali, podcast e contenuti audio, il ruolo del suono nel marketing è destinato a crescere. Non dimentichiamo inoltre che, piaccia o meno, la creazioni di mondi virtuali e la realtà aumentata ci catapulteranno prossimamente in mondi i cui suoni devono essere programmati previamente. L’impersonalità e la “piattezza” emotiva di una realtà digitalizzata avrà profondamente bisogno di strumenti sensoriali quali l’attivazione dell’udito tramite suoni e musiche, al fine di connettersi emotivamente con un mondo virtuale che mi sta mostrando in una stanza piena di gente, quando magari sono fisicamente seduto nel mio ufficio indossando un visore o degli occhiali per la realtà aumentata. I marchi che sapranno sfruttare queste opportunità si troveranno in una posizione di vantaggio, creando connessioni emotive più forti e durature.

Il sound branding non è solo una tendenza passeggera, ma uno strumento comprovato necessario per farsi strada e distinguersi nella memoria delle persone, in un mercato sempre più competitivo.

Qual è la frequenza ed il suono del tuo brand? Per trovarlo, potenziarlo e diffonderlo, ci siamo noi

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Giacomo Cordioli
Giacomo Cordioli
Sound Artist & Entrepreneur

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